“Basta con i piagnistei. Oggi finalmente Cechov fa ridere.
Un Cechov,certo,come non lo avete mai visto, quasi una scoperta.
Magnifiche, gustosissime, ciliegie.”
Fausto Malcovati, su Hystrio
IL GIARDINO DELLE CILIEGIE
Étude pour un vaudeville en travesti plein de paillettes
Regia Francesco Micheli
Con Alessio Calciolari (Anja), Gianluca Di Lauro (Varja), Sax Nicosia (Sarlotta), Stefano Orlandi (Duniasa), Lorenzo Piccolo (Liuba), Ulisse Romanò (Firs)
Luci Giulia Pastore
Audio Silvia Laureti
Assistente alla regia Luisa Costi
Accademia di Belle Arti di Brera,Biennio Specialistico in Scenografia Teatrale e Costume:
Scene Clara Storti, Selena Zanrosso
Costumi Giada Masi
Realizzazione scene e costumi: Omar Abu Fakher, Giulia Bassani, Alice Damiani, Marco Faffini, Du Jiao, Clementina Laura Manzi, Petra Nacmias Indri, Soyoun Park, Giulia Piazza, Elena Rossetti, Riccardo Rossi, Cristina Russo, Giulia Simonetti, Miriam Tritto, Yi Wu, Marianna Zarini, Jessica Zisa, Chiara Barlassina, Alessandra Locatelli, Alice Rossi, Duan YanYan, Mu Xiuja.
Una produzione Nina's Drag Queens in collaborazione con Atir Teatro Ringhiera e Accademia di Belle Arti di Brera, Biennio Specialistico in Scenografia Teatrale - Coordinamento Prof.ssa Grazia Manigrasso
Si ringraziano i docenti Prof.ssa Francesca Biral, Prof.ssa Paola Giorgi, Prof. Angelo Lodi, Prof.ssa Donatella Mondani, Prof.ssa Maria Antonietta Tovini, Tecnico didattico Beatrice Laurora;
per il supporto nell’elaborazione dei costumi, gli studenti Gerlando Dispenza, Berina Kokona, Eloisa Libutti, Sara Mezzanzanica; gli studenti della BCM per la realizzazione make up Giuseppe Voi, Vanessa Fieramosca, Alessandra Pellaccini, Virginia Guidotti, Alessandro Cocco, Benedetta Locarni;
Silva Tessuti s.r.l. Milano
Il Giardino dei Ciliegi è una terra di confine, un confine spaziotemporale.
Il Giardino dei Ciliegi è crocevia di mondi lontani, irriducibili.
Il Giardino dei Ciliegi è una storia che annoda mille vicende irrilevanti intorno a una piccola grande tragedia familiare.
Il Giardino dei Ciliegi è una sinfonia in cui ritmi, timbri e armonie lontane convivono in un contrappunto sghembo, sincopato.
Il Giardino dei Ciliegi è un testo dove si ride con le lacrime agli occhi.
Il Giardino dei Ciliegi è una drag queen.
I ciliegi sono fantasmi, simulacri di un mondo troppo frettolosamente sepolto perché non torni a farci visita con i propri inquietanti spettri.
Le drag queen sono creature anfibie, icone tra mondi opposti, angeli sgangherati, animali divini, incarnazione contemporanea del mito di Dafne: donne albero che sanguinano e piangono se fai loro del male. Un bosco di fanciulle albero, belle ma legnose, uomini in panni femminili che evocano il bel mondo al tramonto che un tempo affollava quei luoghi.
Vorrei piantare un giardino di ciliegi dove gli alberi hanno radici che sono tacchi a spillo e zatteroni, il tronco è il corpo nodoso di un maschio inguainato in abiti da sera, i rami braccia nerborute malcelate da guanti di raso, le foglie sono unghie laccate come mobili cinesi, i frutti gioielli luccicanti.
Vorrei perdermi in questo giardino nel seguire i richiami di un’infanzia perduta ma non dimenticata.
Vorrei smettere di sentire le voci di un passato tanto bello e ingombrante da soffocarmi come il profumo di un prato in primavera senza che arrivi mai la promessa estate.
Il Giardino dei Ciliegi è tutto questo. E chissà quant’altro.
Francesco Micheli
PRENOTAZIONI: www.atirteatro.it