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Le Nina's sono partner associate del progetto Let's Go Beyond Talk: Turn Quickly Into Action! Si è appena svolto a Valencia un secondo meeting... ecco qualche riflessione.

Da Novembre 2023 siamo partner associate del Progetto LGBTQIA!+ - Let's Go Beyond Talk, Turn Quickly Into Action!, che riunisce associazioni di 4 paesi europei che, su vari fronti, lavorano sui temi dell'inclusione sociale e della tutela dei diritti delle persone della comunità LGBTQIA+.

Si è appena conclusa una sessione a Valencia, presso la sede di Lambda.

Per chi si chiedesse cosa avviene agli incontri, diciamo subito che non c’è una risposta semplice, così come non esiste una risposta semplice, univoca, o una formula magica sempre valida quando si toccano tematiche sensibili come queste.

Quelli di questo progetto sono incontri plurali: diversi paesi (Italia, Polonia, Spagna, Paesi Bassi) a diversi gradi di “evoluzione” in merito ai diritti civili e alla rappresentazione delle minoranze; diverse specificità e soggettività; diverse prospettive sul presente e soprattutto sul futuro delle persone che non rientrano e non vogliono rientrare nella fantomatica “norma”, nel binarismo, nella conformità dei corpi. Si discute di privilegio sociale, di percorsi di vita, di costruzione di comunità e di tante cosucce come queste, che costantemente si intersecano e si compongono tra loro.

Questa pluralità è entusiasmante, ma anche faticosa. Durante le discussioni e le attività, ciascun*, oltre a ragionare sui propri desideri, si scontra inevitabilmente con i propri limiti, con piccoli e grandi fraintendimenti e incomprensioni, con gli stereotipi e i pregiudizi in cui la società ci immerge costantemente.

E come costruire allora, ed estendere, uno spazio che accolga veramente, che permetta la coabitazione, uno spazio sicuro? Come trovare legame tra specificità e bisogni differenti, riconoscendoli, rispettandoli e dando loro voce e supporto? Qual è il nostro terreno comune, o per meglio dire, la nostra visione comune, il nostro comune intento?

Ci accomuna il desiderio di esplorare e rinnovare linguaggio, di fare rete sulle buone pratiche già attive e di diffonderle, di immaginarne di nuove, su più livelli (dall’educazione alla politica) mettendo al centro di tutto la persona, con il suo corpo, la sua identità, la sua espressione di genere, i suoi bisogni, la sua unicità.

Non stanchiamoci di questa pluralità, che è ricchezza e bellezza, andiamone a caccia, superiamo la fatica del confronto per incontrare la gioia della condivisione delle esperienze.

Essere tutt* divers* e tutt* pari, respirare insieme.

La seconda sessione a Valencia è stata condotta da Dideas e Metodi, in collaborazione con i partner di progetto Communia, Youth Support Centre, Stichting Art.1 e i partner associati.


Since November 2023 we are associated partners of the LGBTQIA!+ Project - Let's Go Beyond Talk, Turn Quickly Into Action!, which brings together associations from 4 European countries that, on various fronts, work on social inclusion and human rights related to the LGBTQIA+ community.

A session has just ended in Valencia, hosted by Lambda.

For those wondering what happens during these meetings, we have no simple answers, just as there is no simple, unambiguous answer or magic formula that always works when such sensitive issues are touched.

This project lives on plural meetings: different countries (Italy, Poland, Spain, Netherlands) with different degrees of "evolution" regarding civil rights; different specificities and subjectivities; different perspectives on the present and above all on the future of people who do not fit and do not want to fit into the phantom "norm", into binarism, into the conformity of bodies. We talk about social privilege, life paths, community building and many other things, which constantly intersect and combine with each other.

This plurality is exciting, but also hard. During discussions and activities, each person, reasoning about their own desires, inevitably clashes with their own limits, with small and large misunderstandings and lacks of understanding, with the stereotypes and biases in which society constantly immerses us.

How to build then - and extend - a space that truly welcomes, that allows cohabitation, a safe space? How to find a connection between different specificities and different needs, recognizing and respecting them and giving them voice and support?
What is our common ground, or rather, our common vision, our common aim?

What brings us together is the desire to explore and renew language, to network on good european practices and to spread them, to imagine new ones, on multiple levels (from education to politics) putting the person at the center of everything, with their body, their identity, their gender expression, their needs, their uniqueness.

Let's not get tired of this plurality, which is richness and beauty. Let's look for it, let's overcome the labor of comparison to encounter the joy of sharing experiences.

To be all different and all equal, to breathe together.

​The second session in Valencia was conducted by Dideas and Metodi, in collaboration with the project partners Communia, Youth Support Centre, Stichting Art.1 and associated partners.

Vedi alla voce Alma. Studio per una voce umana, andato in scena ad IT Festival dal 15 al 17 maggio 2015, è il primo step della prossima produzione Nina's Drag Queens, il primo esperimento di spettacolo solista da parte del gruppo.
A pochi giorni dalla fine del Festival, sono usciti alcuni riscontri positivi della stampa nei confronti del lavoro di (e con) Lorenzo Piccolo.
Ci fa piacere condividerne con voi qualche estratto.
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Rassegna stampa
(…) Lavorando su due personaggi noti: La donna al telefono di “ La voce umana” di Cocteau e Alma Mahler, Lorenzo Piccolo sperimenta una drammaturgia, in chiave moderna, che rimanda a due tipologie femminili, una sottomessa alla persona amata fino a cercare il suicidio, l’altra capace di sottomettere i suoi amanti, tutte persone famose, a cominciare dal marito. (…) Lo spazio rimanda alle storie delle due protagoniste, una drammatica, l’altra frivola, declinate entrambe verso l’assurdo, ovvero verso una comicità di tipo surreale, non per nulla il pubblico ride e si lascia trasportare da una metodologia di lavoro e di interpretazione che è diventato un vero e proprio stile delle Nina’s, fatto di silenzi, - vedi la rituale preparazione della scena iniziale - e di ammiccamenti concepiti come controparti, - vedi i travestimenti - il tutto con perfetta professionalità e con tanta purezza scenica.

Andrea Bisicchia, Lo Spettacoliere, 18 maggio 2015
Autentico sollievo, la performance delle Nina’s Drag Queens con il loro primo studio ispirato a La voce umana e alla biografia di Alma Mahler, dove non mancano bravura interpretativa, adattamento drammaturgico, felici tradimenti del testo, indovinate scorribande poetiche intorno all’opera con playback esilaranti e tecnicamente perfetti. (…) Vien voglia di vedere almeno un’altra ora e mezzo di spettacolo.
Martina Parenti, Lo Sguardo di Arlecchino, 21 maggio 2015
(…) Le Nina’s Drag Queens mettono in scena un personaggio che incarna la quintessenza della solitudine femminile. Concentrandosi intorno alla figura della musa, intesa come creatura incantevole capace di suscitare l’ispirazione artistica in chi la frequenti, si passano in rassegna alcune muse celebri, mettendone in evidenza i motivi di fascino e la costitutiva fragilità: proprio quella tendenza alla solitudine, quella mancanza di affermazione se non in relazione all’altro da sé, se non supportate da una funzione vicaria, che si manifesta nella più commovente delle manifestazioni, la telefonata all’uomo che se n’è andato e che viene ancora disperatamente aspettato. Lo studio mescola sapientemente riferimenti testuali alti e numeri da avanspettacolo, com’è nella tradizione drag: ne risulta un’operazione colta e convincente che non disdegna l’uscita smaccatamente comica e che riesce a far ridere e intenerire nello stesso tempo.
Arianna Bianchi, Blog IT, 23 maggio 2015

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Il primo spettacolo Nina’s ispirato a un grande classico teatrale. Un coro di figure femminili, perse tra varietà e melodramma.

etude pour un vaudeville en travesti plein de paillettes

“In ogni albero di questo giardino, da ogni fogliolina, da ogni tronco,
ci sono degli esseri umani che ci osservano.
Non sentite le loro voci?
Il giardino delle ciligie
Il Giardino delle Ciliegie: etude pour un vaudeville en travesti plein de paillettes

Il primo spettacolo Nina’s ispirato a un grande classico teatrale.
Un coro di figure femminili, perse in un mondo sospeso tra varietà e melodramma. Sono viaggiatrici senza passaporto, dive senza palcoscenico, eroine tragiche senza tragedia. E ridono, ridono spesso. Ma sempre con le lacrime agli occhi.

SINOSSI
Il Giardino dei Ciliegi di Anton Cechov è una piccola saga familiare, stagliata sullo sfondo di un’epoca di grande cambiamento. Aspettando un unico avvenimento – la vendita del giardino – i personaggi si dibattono in situazioni apparentemente futili: amori inseguiti e non corrisposti, feste senza invitati, passeggiate tra i viali.
Sei donne attendono la fine del mondo che hanno conosciuto. Intorno a loro, si avvicina una schiera di uomini, un coro di voci incalzante che segna l’inevitabile conto alla rovescia.

La compagnia ha scelto di lavorare su questo capolavoro per la sua coralità e per un sentimento indefinibile e struggente che risuona ancora, come un’eco, un senso di nostalgia per un mondo scomparso, per un’infanzia perduta ma mai dimenticata.

Il paesaggio femminile di Cechov, poi, è vario e affascinante: signore, signorine, sorelle, madri, figlie e figliastre, badanti, cameriere, domestiche, governanti, prestigiatrici, amanti, aspiranti fidanzate, donne di mondo, donne di paese: un coro di voci che non sanno tenersi aggrappate al proprio mondo interiore, pur continuando a rifugiarvisi di continuo. Ci siamo chiesti a cosa corrispondano, oggi, quelle ansie, quelle manie, quei caratteri.

È, in definitiva, la cronaca di un’epoca di passaggio: come quella che viviamo in questi anni.

NOTE DI REGIA
Il Giardino dei ciliegi è una terra di confine, un confine spazio-temporale.
Il Giardino dei Ciliegi è crocevia di mondi lontani, irriducibili.
Il Giardino dei Ciliegi è una storia che annoda mille vicende irrilevanti intorno a una piccola grande tragedia familiare.
Il Giardino dei Ciliegi è una sinfonia in cui ritmi, timbri e armonie lontane convivono in un contrappunto sghembo, sincopato.
Il Giardino dei Ciliegi è un testo dove si ride con le lacrime agli occhi.
Il Giardino dei Ciliegi è una drag queen.

I ciliegi sono fantasmi, simulacri di un mondo troppo frettolosamente sepolto perché non torni a farci visita con i propri inquietanti spettri.

Le drag queen sono creature anfibie, icone tra mondi opposti, angeli sgangherati, animali divini, incarnazione contemporanea del mito di Dafne: donne albero che sanguinano e piangono se fai loro del male. Un bosco di fanciulle albero, belle ma legnose, uomini in panni femminili che evocano il bel mondo al tramonto che un tempo affollava quei luoghi.
Vorrei piantare un giardino di ciliegi dove gli alberi hanno radici che sono tacchi a spillo e zatteroni, il tronco è il corpo nodoso di un maschio inguainato in abiti da sera, i rami braccia nerborute malcelate da guanti di raso, le foglie sono unghie laccate come mobili cinesi, i frutti gioielli luccicanti.
Vorrei perdermi in questo giardino nel seguire i richiami di un’infanzia perduta ma non dimenticata. Vorrei smettere di sentire le voci di un passato tanto bello e ingombrante da soffocarmi come il profumo di un prato in primavera senza che arrivi mai la promessa estate.
Il Giardino dei Ciliegi è tutto questo. E chissà quant’altro.

Francesco Micheli

CREDITI
IL GIARDINO DELLE CILIEGIE
etude pour un vaudeville en travesti plein de paillettes
adattamento e regia Francesco Micheli
con Alessio Calciolari, Gianluca Di Lauro, Sax Nicosia,
Stefano Orlandi, Lorenzo Piccolo, Ulisse Romanò
scene Clara Storti, Selena Zanrosso
costumi Giada Masi
luci Giulia Pastore
audio Giuliana Ginger Rienzi
assistente alla regia Luisa Costi

produzione Nina’s Drag Queens
in collaborazione con Atir Teatro Ringhiera e Accademia di Belle Arti di Brera – Biennio Specialistico in Scenografia Teatrale

realizzazione scene e costumi Omar Abu Fakher, Giulia Bassani, Alice Damiani, Marco Faffini, Du Jiao, Clementina Laura Manzi, Petra Nacmias Indri, Soyoun Park, Giulia Piazza, Elena Rossetti, Riccardo Rossi, Cristina Russo, Giulia Simonetti, Miriam Tritto, Yi Wu, Marianna Zarini, Jessica Zisa, Chiara Barlassina, Alessandra Locatelli, Alice Rossi, Duan YanYan, Mu Xiuja

si ringraziano Prof.ssa Grazia Manigrasso, Prof.ssa Francesca Biral, Prof.ssa Paola Giorgi, Prof. Angelo Lodi, Prof.ssa Donatella Mondani, Prof.ssa Maria Antonietta Tovini, Prof.ssa Berina Kokona, Tecnico didattico Beatrice Laurora; per il supporto nell’elaborazione dei costumi, gli studenti Gerlando Dispenza, Eloisa Libutti, Sara Mezzanzanica

RASSEGNA STAMPA
Basta con i piagnistei. Oggi finalmente Cechov fa ridere. Un Cechov,
certo, come non lo avete mai visto, quasi una scoperta. Dunque evviva
queste superlative drag queens
, guidate da Francesco Micheli, che
hanno trasformato “i ciliegi” nelle “ciliegie”: solo personaggi femminili
[…] Magnifiche, gustosissime ciliegie. Replicare, please.”
Fausto Malcovati, Hystrio

Grottesco, leggero, melodrammatico è il Checov delle Nina’s Drag Queens.
Sara Chiappori, Repubblica

Le Drag in gioco di squadra costruiscono un universo a parte dove
anche le utopie di Cechov trovano spazio […] grazie alla “smisurata
misura” della regia di Francesco Micheli. Trionfo: le rivedremo presto.
Maurizio Porro, Corriere della Sera

Cinte di petali, fragili e solidi testimoni di una bellezza tramontata, le
Nina’s Drag Queens sono un corpo unico, puntuale, espressivo,
ingranaggi di un meccanismo scenico impeccabile
. (…) Un impasto di
tecniche e linguaggi sapiente, cucito attorno ad un montaggio
drammaturgico limpido e intelligente.
Paolo Schiavi , La Libertà

Qui potete ascoltare un servizio sul post-spettacolo del “Giardino delle ciliegie” a Belluno: impressioni degli spettatori all’uscita e incontro sul palco con le Nina’s intervistate da Rajeev Badhan.
A cura di Guido Beretta, RadioBelluno, 4 Maggio 2018

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DJSET @ OHIBO' KASBA MILANO

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Spanish2013man
Torna un classico tra gli happenings targati Nina’s Drag Queens! Era l’estate del 2008 quando attorno al Festival “Milan Puerta d’Espana” nasceva “Spanish Nostalgia”, il primo incontro tra le Nina’s e Francesco Micheli, un viaggio caliente e ridanciano nella terra dei toreri, lo spettacolo che diede alla luce l’intramontabile coreografia di Pega la Vuelta! Volevano essere andaluse, essere scoperte da Almodovar, ci credevano proprio, ma sono cresciute nei sobborghi meneghini e questo inconfutabile DNA prima o poi le ha tradite! Tutto sommato un dettaglio, le Nina’s conducono una scoppiettante serata all’insegna del flamenco e delle atmosfere gitane inseguendo le divine ispaniche e quelle italiane d’esportazione! Sul palco assieme a loro le allieve del laboratorio delle Nina’s Drag Queens, pronte a dare sfoggio dei loro progressi. Una “fiesta”, già rinverdita nel 2011, che torna ad accendere Piazza Fabio Chiesa e il Teatro Ringhiera.
 
da un’idea di Francesco Micheli
con le Nina’s Drag Queens e le allieve del laboratorio Spanish Nostalgia
luci Giulia Pastore
audio Silvia Laureti

Partecipazione straordinaria delle Nina's al Festival "Dietro l'angolo" di Monastero Bormida (AT).
Una suggestiva cena nel castello medievale accompagnata da momenti di repertorio Nina's. Très chic!
MonasteroB

IMPERDIBILE !
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Signore e Signori,
siamo liete di annunciarvi una nuova serata NINA'S. Qualcosa che non avete ancora immaginato!

Serata Spaccatacchi
Prima serata: 4 ottobre @ ARCI OHIBO' MILANO

Serata spaccatacchi.
An unconventional mix.
La versione "pista da ballo" delle Nina's: pillole del repertorio, sperimentazioni e musica a 360°.
Si alternano in consolle DJ Bandito Mocassino, DJ NoAll Star, DJ Espadrilla Quemada, DJ Never Clark, DJ Forbidden Birkenstock
Serata sconsigliata ai soggetti predisposti al gonfiore di caviglia.
Se non hai la tessera ARCI non dimenticare di fare la preadesione online, leggi come fare sul sito dell'Ohibò