Guidato da una Drag Queen, il pubblico si muove fra i viali e i parchi della città: nove tappe e molte piante attraverso cui indagare, con ironia e qualche canzone in playback, la complessità del reale.
Un happening di teatro drag sulla radice del pregiudizio.Una lezione di botanica sui tacchi alla scoperta dell’essenza queer dell’universo vegetale.
Una riflessione camminata sul rapporto Essere Umano-Natura.
Cosa significa essere queer? Cosa c’entra la botanica con la cultura queer?
È possibile che una biologa e una drag queen arrivino alle stesse conclusioni?Le piante sono “l’altro da noi” per antonomasia: organismi complessi, hanno trovato risposte adattative raffinatissime che non siamo in grado di apprezzare, perché fuori da schemi mentali fatti a nostra immagine e somiglianza. Sono diverse per evoluzione e, a dispetto del fatto che senza di loro non potremmo sopravvivere,
vengono considerate esseri inferiori, poco più che inanimati, di cui disporre liberamente. Eppure, le piante hanno tanto da insegnare.
Sono intelligenti, dotate di sensi a noi sconosciuti, non gerarchiche, per lo più cooperative.
Le piante sono queer: organismi variopinti, multiformi, dal genere fluido, difficili da inquadrare in poche categorie. Sono un inno alla varietà. Conoscerle è uno strumento per cambiare punto di vista, mettere in dubbio certezze, scoprire vie alternative. Un modo per iniziare a mettere in discussione il mito della supremazia dell’uomo sulla Natura.
Guida di questo
rito pagano molto pop, la Drag Queen: maschera ambivalente, in bilico fra mondi. Così come in bilico, fra leggerezza e profondità, fra spettacolo e scienza, vuole procedere la performance.
Lo spettacolo nasce come percorso all’interno del Parco Sempione di Milano, ma è adattabile ad altri spazi urbani dove sia presente il regno vegetale: orti botanici, parchi cittadini, aree verdi.