IL CORPO È MIO MA LO GESTISCE LUI LABORATORIO AVANZATO TRIMESTRALE
CALENDARIO APPUNTAMENTI:
DATA
LUOGO
ORARIO
lun
9/12/19
SEDE NINA'S
20-23
lun
13/1/20
LEONARDO
20-23
lun
20/1/20
LEONARDO
20-23
sab
25/1/20
LEONARDO
14-18
lun
27/1/20
FONTANA
20-23
lun
3/2/20
FONTANA
20-23
lun
10/2/20
LEONARDO
20-23
lun
17 /2/20
LEONARDO
20-23
sab
22/2/20
LEONARDO
14-18
lun
24/2/20
FONTANA
20-23
dom 1/3/20
FONTANA
14-18
lun 2/3/20
FONTANA
20-23
lun
9/3/20
LITTA
20-23
lun
16/3/20
LEONARDO O
LITTA
20-23
mar
17/3/20
FONTANA
20-23
sab
21/3/20
LITTA
14-18
lun 23/3/20
LEONARDO
20-23
lun
30/3/20
FONTANA
20-23
PROVA GENERALE lun 6/4/20
FONTANA
18-24
SAGGIO mer
8/4/20
LEONARDO
da
definire
SAGGIO gio
9/4/20
LEONARDO
da
definire
SEDI DEL CORSO:
Sede Nina's, Via soffredini 77, 20126 Milano, MM Villa San Giovanni Teatro Leonardo, Via Ampère 1, Milano, MM Piola, Zona città studi Teatro Litta, Corso Magenta 24, Milano, MM Cadorna, Centro città Teatro Fontana, Via Boltraffio 21, Milano, MM Zara, Zona Isola
MTM MANIFATTURE TEATRALI MILANESI, TEATRO LEONARDO E TEATRO LITTA, DA GENNAIO A APRILE 2020
Per la prima volta vengono presentati insieme, in un’unica rassegna, tre spettacoli che ripercorrono un pezzo importante della nostra storia. Vivi LA VIE EN ROSE insieme a noi!
Il Giardino delle Ciliegie (2012), adattamento en travesti del capolavoro checoviano, è il primo lavoro Nina’s ispirato a un grande classico teatrale. Tutta la vicenda è affidata a un coro di figure femminili, perse in un mondo sospeso tra vaudeville e melodramma e dominate da un sentimento indefinibile e struggente.
DragPennyOpera (2015), a partire da L’opera del Mendicante di John Gay, è un lavoro che si pone con tutt’altro approccio nei confronti del pubblico, ingaggiandolo in un gioco pericoloso e seducente. È un’opera buffa e, insieme, un’opera seria: un cabaret agrodolce che si tinge di nero, tra comicità grottesca e ironia dissacrante.
Vedi alla voce Alma (2016), a partire da La voce umana di Jean Cocteau, è il primo monologo delle Nina’s. Nella rarefatta dimensione di una stanza, il personaggio drag queen viene inseguito, smontato, cercato tra le righe del testo, in un viaggio tra uomo e donna, tra lo struggimento d’amore e il tempo dell’attesa.
Il 29 agosto 2019 Essere Divina, il docufilm che racconta dei nostri laboratori drag, è andato in onda su Doc3 ed è rivedibile su RaiPlay. Guarda Essere Divina!
Qualche tempo fa il regista Luca Pellegrini ha seguito insieme alla sua troupe il percorso del laboratorio Nina's che ha portato al saggio Piumate. Dall'incontro è nato il docufilm Essere Divina, che con sensibilità e delicatezza racconta, attraverso la voce dei protagonisti, quello che accade durante un laboratorio Drag...
Dopo essere stato distribuito al cinema, il 29 agosto 2019 Essere Divina è andato in onda su Doc3 ed è rivedibile su RaiPlay. Guarda Essere Divina!
ANIMALESSE FANTASTICHE (E DOVE TROVARLE) LABORATORIO BASE TRIMESTRALE
CALENDARIO APPUNTAMENTI:
DATA
LUOGO
ORARIO
LEZIONE DI PROVA lun 23/9/19
LITTA
20-22:30
lun 7/10/19
FONTANA
20-22:30
lun 14/10/19
FONTANA
20-22:30
lun 21/10/19
FONTANA
20-22:30
lun 28/10/19
LEONARDO
20-22:30
mar 5/11/19
LITTA
20-22:30
lun 11/11/19
LITTA
20-22:30
lun 18/11/19
LEONARDO
20-22:30
dom 24/10/19
LITTA
14:30-18:30
lun 25/11/19
LEONARDO
20-22:30
lun 2/12/19
FONTANA
20-22:30
lun 9/12/19
FONTANA
20-22:30
mer 11/12/19
FONTANA
20-22:30
dom 15/12/19
LITTA
14:30-18:30
lun 16/12/19
FONTANA
20-22:30
mer 18/12/19
FONTANA
20-22:30
lun 23/12/19
FONTANA
20-22:30
PROVA GENERALE mer 8/1/20
LEONARDO
18-23:30
SAGGIO ven 10/1/20
LEONARDO
da definire
SAGGIO sab 11/1/20
LEONARDO
da definire
SEDI DEL CORSO:
Teatro Leonardo, Via Ampère 1, Milano, MM Piola, Zona città studi Teatro Litta, Corso Magenta 24, Milano, MM Cadorna, Centro città Teatro Fontana, Via Boltraffio 21, Milano, MM Zara, Zona Isola
DA OTTOBRE 2019 A GIUGNO 2020, ECCO LE TRE PROPOSTE FORMATIVE DELLE NINA'S!
L'ARCA DELLE NINA'S Animalesse fantastiche e dove trovarle
Laboratorio trimestrale base, da ottobre 2019 a gennaio 2020 Condotto da Donata e Demetra Lezione di prova: 23 settembre 2019, Teatro Litta Saggio finale: 10-11 gennaio 2020, Teatro Leonardo
Se anche tu come il Kobra non ti sei mai sentita un serpente, ma un pensiero indecente; se anche tu come la Zebra di Mina indossi solo abiti a pois per sfuggire ai diktat della moda; se anche tu come la Bianca Colomba ti sei rotta di porgere per prima il rametto di ulivo; allora per te, e solo per te, è arrivato il momento di salire sull’Arca delle Nina’s!
Il nuovo laboratorio delle Nina’s apre le porte, anzi i boccaporti a nuove aspiranti drag, che quest’anno salperanno per un’avventura fantastica alla ricerca di un nuovo ioanimalier . Un viaggio interiore e non solo alla scoperta dell’Eden (dovunque esso sia), affrontando piogge incessanti di glitter, onde anomale di mascara, e mare forza 9 (fuggire sì ma dove!).
Seguendo le sagge orme della tigre di Cremona, della pantera di Goro e dell’aquila di Ligonchio, il corso si svilupperà in tecniche di camminate sensuali sui tacchi, in studio di playback perfetti da fare invidia alle scimmie urlatrici del Madagascar e in prove di coreografie svolazzanti - alla ricerca della propria animalessa guida.
E che tu capisca di essere pavona, pinguina o pagura maculata di Bangkok non sarà importante, quello che conta sarà essere … FANTASTICA!
Il laboratorio prevede esercizi di costruzione e studio di un personaggio drag, improvvisazioni teatrali, coreografie, concentrandosi sia sulla presenza scenica individuale che sulla composizione di un coro, per chiudersi con un saggio che vedrà il scena le allieve e le stesse Nina’s.
Il laboratorio è aperto a donne e uomini di tutte le età.
L'ARCA DELLE NINA'S laboratorio base - trimestrale
lezione di prova: lunedì 23 settembre h 20, Teatro Litta prima lezione: lunedì 7 ottobre h 20, Teatro Fontana tutti i lunedì dalle 20 alle 22.30 (più qualche extra) presso Teatro Leonardo, Teatro Litta, Teatro Fontana calendario completo delle lezioni QUI
SEX AND DE SADE il corpo è mio ma lo gestisce lui
Laboratorio trimestrale avanzato, da gennaio a aprile 2020 Condotto da Desirée e Demetra Incontro preliminare: 9 dicembre 2019 Saggio finale: 8-9aprile 2020, Teatro Leonardo
Madame De Sade, opera di Yukio Mishima, è il punto di partenza per compiere uno studio sul limite.
Il sottile e cangiante confine della morale, diversa per ogni individuo, ci posiziona dentro o fuori dagli schemi, dai gruppi, dalle famiglie. Ciò che non concepiamo possibile per noi diventa il nemico da combattere negli altri, persino quando non corriamo alcun pericolo nel lasciare che altri vivano oltre quel confine idealmente invalicabile dal nostro punto di vista.
De Sade, filosofo dal quale già ci siamo lasciate guidare in passato, vive una vita decisamente spericolata, come Vasco, Steve Mc Queen e Loredana Bertè, e questo - già lo sappiamo - ci affascina. De Sade è un borderline, sopravvive su equilibri posti ben sopra la follia, gioca con la morte ma è estremamente vitale e magnetico. L’attrazione e la repulsione che si provano per lui sono le stesse che proviamo per noi, quando giudichiamo il nostro corpo e le nostre azioni. De Sade è dentro di noi e talvolta lo seguiamo, ma siamo pronti a mandarlo dentro la nostra più buia prigione quando ci spaventa. Eppure quel brivido che proviamo quando gli siamo prossime ci dice che abbiamo bisogno di lui per cercare la via della conoscenza edesperirla materialisticamente e spiritualmente al tempo stesso. È nella sua opera che possiamo cercare il punto di contatto tra il libertinaggio e la libertà e soddisfare il nostro bisogno di essere radicali.
Mishima chiude in una stanza tutte le figure femminili del Divin Marchese: la moglie, la suocera, la cognata e amante, le cortigiane e le pie donne che lo ricordano giovinetto. È una stanza perfettamente apparecchiata per una comunità tutta en femme. Il corpo è politico, profanarlo è inevitabile.
Percorso particolarmente adatto alle drag e alle faux che hanno chiaramente di fronte a loro un limite da superare e necessitano di una decisa - ma sempre amorevole! - spinta. E naturalmente, alle amanti del latex.
Attenzione: il percorso potrebbe contenere tracce di contenuti adatti al solo pubblico adulto.
Letture consigliate: il testo di Mishima, l’opera completa di Marcella Bella, Lola Falana, Beba Loncar e del marchese De Sade
SEX & THE SADE laboratorio avanzato - trimestrale
prima lezione: lunedì 13 gennaio h 20, Teatro Leonardo tutti i lunedì dalle 20 alle 23 (più qualche extra) presso Teatro Leonardo, Teatro Litta, Teatro Fontana calendario completo delle lezioni QUI
LE DRAG SAPIENTI farsa in costume in epoca barbarica a partire da Molière
Laboratorio trimestrale avanzato, da marzo a giugno 2020 Condotto da Dora e Donata Incontro preliminare: 17 febbraio 2020 Saggio finale: 30 giugno - 1 luglio 2020, Teatro Fontana
Parruccone di tutto il mondo – in senso figurato e in senso letterale – unitevi! Che cos’è cultura? Che cosa è moda? Che cosa è potere? E quante sottogonne posso avere? In questo laboratorio cercheremo eroicamente di rispondere, tra nei finti e corpetti veri, a queste ed altre non meno draggabili domande.
Il maestro Molière ne Le intellettuali rielabora un tema simile a quello de Le preziose ridicole e mette in scena un gruppo di donne che si atteggia, ingannate da falsi miti. Ma è davvero così?
Riletta oggi, la commedia è stridente: di fronte a un intellettualismo vuoto e modaiolo, l’eroina Enrichetta trionfa portando alta la bandiera della spontaneità e del cuore, contrapposta agli eccessivi cavilli mentali della sorella Armanda. Di fatto però Enrichetta (che tutto lascia supporre essere Bionda) trionfa riconoscendo l’ignoranza come indubbio valore rispetto al sapere …
Illuminate dal dibattito odierno sulla cultura e sulla “questione femminile”, che nella Parigi del seicento stentava a presentarsi come tale, le pagine di Molière si aprono a squarci imprevisti. Sotto le crinoline c’è di più: un bisogno di evasione dalle costrizioni di genere, il sogno di una società al femminile (che diventa grottesco salotto letterario), l’inquietudine di trovare un proprio posto nel mondo. Scomposte, ridicole, smarrite: tra misoginia e femminismo, conformismo e ribellione, tra Virginia Woolf e Raffaella Carrà, proveremo a raccontare queste deliziose drag queen antelitteram, sospese tra aspirazioni impossibili e amare verità.
Letture consigliate: il testo di Molière, Le Cognate di Tremblay, tutta la filmografia "al femminile" di Bergman e di Almodovar
LE DRAG SAPIENTI laboratorio avanzato - trimestrale
prima lezione: lunedì 23 marzo h 20 tutti i lunedì dalle 20 alle 23 (più qualche extra) presso Teatro Leonardo, Teatro Litta, Teatro Fontana calendario completo delle lezioni QUI
“Sappiate che questa è la mia ferma volontà. Scrollare via tutte le incombenze e le preoccupazioni dai miei vecchi anni, per affidarle a forze più giovani. Ditemi, figlie mie: chi di voi mi ama di più?”
Ispirato a Re Lear di Shakespeare, è uno spettacolo popolare e alto al tempo stesso - come vuole la tradizione elisabettiana. Scritto da Claire Dowie, musicato da Enrico Melozzi, diretto e interpretato da cinque drag queen - perfetta declinazione contemporanea del fool shakespeariano.
SINOSSI
Lea Rossi è emigrata durante gli anni ’70 nel Regno Unito, dove ha aperto un negozio di giocattoli, la cui insegna recita “Lea R.”; ma il tempo è passato ed è giunto il momento di chiudere l’attività. Alle prese con il decadimento fisico, l’anziana e caparbia signora si scontra con le tre figlie e la fedele amica Kent, che cercano di prendersi cura di lei, in un viaggio lungo il suo personale viale del tramonto.
La tragedia shakespeariana viene riletta in chiave drag queen e calata in una realtà contemporanea: al posto del vecchio re c’è ora una “regina” che non sa rinunciare al suo regno, fatto di bambole e ricordi, i castelli sono monolocali, le brughiere ospizi, e la pazzia è demenza senile.
Queen LeaR raccoglie temi scomodi del nostro tempo – la vecchiaia, l’integrazione, la morte – raccontandoli con lo stile caro alla compagnia, fatto di commistioni tra i generi, una buona dose di ironia, citazioni pop e personaggi sopra le righe – ma non per questo meno autentici.
NOTE DI REGIA
Un’idea concepita in spiaggia sotto il solleone qualche anno fa non poteva che diventare un lungo viaggio in mare. Prima di partire abbiamo scelto le destinazioni e l’equipaggio, tutto il resto è stato una sfida in divenire.
La sfida che affrontiamo con Queen LeaR dal punto di vista registico è la messa a sistema di un metodo di lavoro sperimentato in anni di trascorsi come gruppo, durante i quali abbiamo maturato e verificato la convinzione di possedere una poetica originale, non facilmente accostabile ad altre esperienze. In un progetto come Queen LeaR che pone, come nostra abitudine, obiettivi nuovi come una drammaturgia scritta originariamente in lingua inglese e la composizione originale di tutte le musiche, abbiamo ritenuto importante tenere fermo il pallino della regia sulla nostra storia.
Vogliamo andare lontano ma vogliamo assomigliare a noi stessi, ecco perché abbiamo puntato su di noi, pur essendo tutti in scena. Cosa vogliamo da Queen LeaR lo abbiamo dunque implicitamente detto: aprirci le porte del sistema teatrale estero, emanciparci dall’uso delle canzoni eseguite nella classica maniera “drag” con la tecnica del lipsync cantando tutti dal vivo, restare nell’alveo creativo “Nina’s”, e, naturalmente, far ridere e fare piangere, come sempre.
Vogliamo una storia contemporanea in cui il re è una regina, Lea R., questa è la poetica che abbiamo scelto sin dagli esordi, la nostra maschera è fatta di solo trucco e glitter, è una maschera da commedianti, moderni clown, o se vogliamo, classici shakespeariani, poiché così avveniva ai tempi del Bardo.
Queen LeaR è una storia in cui la regina non è “pazza”, piuttosto affetta da demenza senile, e poiché l’amiamo, l’abbiamo immaginata come una Gloria Swanson sul viale del suo tramonto. Il nostro è un Lear in cui Gonerilla e Regana, prima e secondogenita, non sono le caricature delle sorellastre di Cenerentola, ma due femmine alle prese con una realtà ingombrante, la madre che perde autonomia, i loro piccoli grandi demoni e le loro piccole grandi aspirazioni. Una figlia giovane, Cordelia, che parla col cuore sì, ma anche che sceglie di non stare accanto alla madre, al contrario di Kent, la fedele amica che invece fino alla fine deve restare, nonostante condivida lo stesso destino di esilio della figlia minore. Kent e Lea, una coppia di anziane, che la società non chiama famiglia perché l’amore di solito non ha le sembianze di due vecchie ciabattine.
Nemmeno un maschio in scena? Assolutamente sì, invece, Edmund, il “bastardo” shakespeariano, cui diamo vita imponendo ad Alessio Calciolari il doppio ruolo, è figlio della crasi tra Edgar ed Edmund: è fuori posto ed illegittimo poiché migrante, ma ha a cuore la famiglia, propende ad occuparsi della “sfera umana” e ha un innato ascendente sugli anziani. Edmund è una figura che oseremo definire un “faux king”, che sta ai drag king come una faux queen sta ad una drag queen. Se vi siete persi, pensate a un attore che interpreta un “ipermaschio” all’interno di un ensemble tutto al femminile.
C’è un Matto, un pupazzo cui ha dato luce il burattinaio Salvatore Fiorini, parla a Lea, parla per Lea, parla di Lea, perché le è accanto da sempre, nella vetrina del suo negozio di bambole che sta chiudendo durante l’ouverture, lui ha visto tutto e sa che Lea sta invecchiando prima di diventare saggia. Infine niente cavalieri, brughiere e capanna, ma bambole, panchine e ospizio con altri vecchi, sì, i vecchi, dimenticati da tutti, che sanno ricompensare un cuore generoso, protagonisti di questa storia. Pareva, tutto ciò, abbastanza per salpare.
Come tenere lontani caos e nevrosi durante le nostre ore in mare aperto? Con la nostra consuetudine a fare riunioni in cui sistematicamente piangiamo la nostra sicura disfatta pochi istanti prima di brindare per un successo scolpito a caratteri d’oro sulla Walk of Fame, un training mattutino a base di rossetto e cioccolato, sedute serali di autocoscienza per persone bionde dentro. Evidentemente potevamo naufragare dopo poche miglia ma sorprendendo noi stessi di tanta razionalità, abbiamo delegato ad ognuno il controllo di un processo.
Lorenzo Piccolo ha seguito il lavoro drammaturgico sul testo di Claire Dowie e la traduzione di Michele Panella, divenendo coautore della traduzione. Sax Nicosia è stato il nostro direttore musicale alle prese con la scrittura di Enrico Melozzi, dalle prime note composte al piano sino alle registrazioni con i 24 elementi dell’Orchestra Notturna Clandestina di Roma, passando e ripassando per Ingresso Artisti di Elena Arcuri e Federico Salerno, dove le Nina’s hanno studiato lungamente per poter cantare. Ulisse Romanò ha seguito la progettazione del lavoro scenografico firmato da Erika Natati mentre ad Alessio Calciolari è andato il compito di coadiuvare Rosa Mariotti nel disegno di costumi, trucchi e parrucche (realizzate da Marco’s Wigs). A Gianluca Di Lauro infine, è toccato l’onere e l’onore di tenere il timone della nave e di intuire quali fossero i venti più propizi, scegliendo quotidianamente quale rotta seguire ascoltando gli umori dell’equipaggio, equipaggio completato dal nostro faro nella notte Andrea Violato, che ha disegnato le luci dello spettacolo, da Alessandro Baldo fonico di palco e dagli assistenti alla regia, alle scene e ai costumi rispettivamente Camilla Brison, Giulia Bruschi e Leonardo Locchi.
Pare si veda un porto ora, denominato Teatro Carcano e là, lontani dalle tempeste che abbiamo attraversato, toccheremo terra, indosseremo i tacchi e canteremo tutto quello che abbiamo visto in questo lungo viaggio.
Le Nina’s, Dicembre 2018
CREDITI
QUEEN LEAR uno spettacolo Nina’s Drag Queens testo Claire Dowie da William Shakespeare musiche originali Enrico Melozzi ideazione Francesco Micheli traduzione Michele Panella e Lorenzo Piccolo
interpreti e regia Alessio Calciolari, Gianluca Di Lauro, Sax Nicosia, Lorenzo Piccolo, Ulisse Romanò
scene Erika Natati costumi Rosa Mariotti luci Andrea Violato parrucche Marco’s Wigs assistente alla regia Camilla Brison assistente alle scene Giulia Bruschi assistente ai costumi Leonardo Locchi
incisioni
musicali Orchestra Notturna Clandestina, diretta dall’autore
fonico dipalco Alessandro Baldo tecnica Luna Mariotti preparatore vocale Elena Arcuri artwork Francesco Calcagnini foto di scena Valentina Bianchi sponsor tecnico Samec
produzione APARTE SOC. COOP. TEATRO CARCANO – TEATRO METASTASIO DI PRATO
produzione Musicale CASA MUSICALE SONZOGNO
con il sostegno di Fondazione Cariplo nell’ambito del progetto fUnder35, Manifattura K, Kone Foundation (FI), Kilowatt Festival, Sorellanza
si ringrazia Accademia di Belle arti di Brera, Gianluca Agazzi, Chiara Bartali, Andrea Colombo, Naomi Galbiati, Francesca Sgariboldi, Donatella Mondani, Piccolo Teatro di Milano, Ingresso Artisti, Federico Salerno, Beatrice Palumbo, Leonardo Caruso, Serena Aldrighetti, Fulvio Santarpia, Orlando Manfredi, Salvatore Fiorini, Lorenzo Marquez, Giampiero Caponi, Emiliano D’Urbano, Carla Mulas Gonzales, Valentina del Re, Agnese Sielli, Elisa Agosto, Lodovico Bertuzzi. Viole Chiara Ciancone, Matilde Orsetti, Ambra Michelangeli, Leila Shirvani, Elisa Pennica, Giovanni D’Eramo, Dario Epifani, Joao Tavares Filho, Francesca Raponi, Ludovico D’Ignazio, Giustina Marta, Oriana Santini, Bego Garcia, Valerio Marcangeli, Daniele Moriconi, Giuseppe Rosa, Olena Kurkina, Fabrizio Candidi
RASSEGNA STAMPA
Gli attori-performer-cantanti-ballerini del gruppo delle Nina’s sono precisi in ogni particolare, capaci di entrare ed uscire dai personaggi e dal secolo per renderci complici. Maurizio Porro, Cultweek
Sapida, geniale, pantagruelica abbuffata di teatro. Paolantonio Paganini, Lo Spettacoliere
Una grande ricerca artistica: Queen Lear è infatti un caleidoscopio di stili, linguaggi, registri. (…) Tutto si intreccia, con rispetto, senza prevaricazioni, dando vita ad un nuovo linguaggio molto potente. Un arabesco infinito e corale di gesti, parole, canzoni, musica ed immagini. (…) Perchè la loro poetica, che nasce da percezioni e espressioni spontanee, è cosi potente da risvegliare in noi un senso sopito di meraviglia, di stupore. Regalano insomma, un bagno di fanciullezza. Raffaella Roversi, 2righe.it
Una prova di alto livello per tutti gli attori, perfetti e virtuosi in un meccanismo complesso e variegato di movimenti ed espressioni. (…) Uno spettacolo assolutamente da non perdere, diverso, vero, intenso, che fa sorridere, ridere, commuovere e che porta un messaggio universale che di questi tempi si dà sempre troppo per scontato: ama finché sei in tempo. Vittoria colli, Cosmopeople
Queen LeaR (…) è un tributo alla nostra tradizione teatrale, cinematografica e musicale, con citazioni da “Rigoletto” come dal repertorio dei generi pop ed elettronico fino alla declamazione rap. È un’acuta e sensibile riflessione su temi di grande attualità. Ma è anche e soprattutto un’eccellente prova attoriale. Lorena Vallieri, Corriere Spettacolo
Queen LeaRtocca le nostre corde più profonde che, nel bene o nel male, ci rendono semplicemente ed inevitabilmente umani. Michele D’Ambrosio e Leonardo Favilli, Gufetto.press
“E magari, dopo un po’, comincia a fantasticare: immagina che la telefonata si stia svolgendo tutta al contrario, e che stavolta sia lui ad aspettare lei. E chissà, chissà, si chiede ancora: c’è differenza tra l’attesa maschile e l’attesa femminile?”
Il primo monologo delle Nina’s. Nella rarefatta dimensione di una stanza, un personaggio femminile viene inseguito, smontato, cercato tra le righe del testo, in un viaggio tra uomo e donna, tra lo struggimento d’amore e il tempo dell’attesa.
Alma, a Human Voice, la versione in lingua inglese dello spettacolo, ha debuttato nel 2018 al Fringe Festival di Edimburgo, con lo stesso interprete e la traduzione di Maggie Rose.
SINOSSI
Sola in scena coi suoi fantasmi, una donna divisa tra l’amore e il disamore, tra la tragedia e la farsa, tra le grandi muse e le piccole massaie. Tenuta in vita da un filo sottile, il filo di un telefono.
Vedi alla voce Alma è un monologo drag queen che prende spunti da La voce umana di Jean Cocteau e dalla sua trasposizione in opera lirica, musicata da Francis Poulenc, ma anche da uno strano fatto di cronaca (cronaca rosa o cronaca nera, difficile dire) che ha per protagonisti una musa e un pittore: Alma Mahler e Oskar Kokoschka. Questi, da lei abbandonato, ne fece costruire una bambola a grandezza naturale. Visse con la bambola, la ritrasse, le assegnò una cameriera, la portò in pubblico, finché un giorno, ubriaco, decise di chiudere a suo modo la complicata relazione.
La protagonista di Coteau è, al contrario di Alma, una donna senza nome, senza identità. Niente di eroico in lei: il suo è un amore qualsiasi e lei stessa è, sottolinea l’autore, una “vittima mediocre”. La sua è la tragedia, probabilmente non definitiva, di un mondo non pensato per creature di sesso femminile, dominato dalla freddezza con cui a volte si liquida il sentimento puro, l’emozione che non riesce a trattenersi.
Il contrasto tra le due donne, una mediocre e una eccezionale, una distrutta e una vittoriosa, si rivela infine apparente: entrambe le storie parlano di un rapporto che ha perso la bussola, di una violenza insanabile tra due esseri umani.
NOTE DI REGIA
“Il sipario rivela una camera da delitto. Davanti al letto, per terra, è sdraiata una donna con una lunga camicia, come assassinata. (…) L’autore vorrebbe che l’attrice desse l’impressione di sanguinare, di perdere il sangue come una bestia ferita, di terminare l’atto in una camera piena di sangue.” dall’introduzione di Jean Cocteau a La Voce Umana
Questo lavoro nasce un’intuizione: accostare la lunga telefonata de “La voce umana” alla sofferta creazione da parte di Oskar Kokoschka di un simulacro della amata perduta, sotto forma di bambola.
Due storie che raccontano la violenza di un uomo verso una donna, violenza che si esprime in modo indiretto, ma non per questo meno brutale. Ancora, due autori che tentano di fermare un’immagine femminile, di dare forma a una donna: in un caso, Cocteau scrive un atto unico, nell’altro Kokoschka cerca di ricavare un oggetto d’arte dalla sua – vera o immaginaria – follia d’amore.
E infine, c’è un attore maschio che interpreta un personaggio femminile, o meglio che lo cerca, che lo attraversa, che lo perde e lo ritrova in continuazione. La ricerca di Alma, o dell’amore, o della forma perfetta per la rappresentazione di una donna, vanno di pari passo, si sovrappongono, si intrecciano, dialogano tra loro.
Come tradurre tutto questo in forma scenica? Non cercando a tutti i costi di comporre i contrasti, ma di accostarli, di vederli per quello che sono. Trovare e reinventare, insomma, una chiave interpretativa, giocando con gli elementi dell’estetica drag queen che sono cari alla compagnia. Questo percorso è nato anche grazie all’incontro con Daria Deflorian, attrice, regista e autrice teatrale che costruisce la sua ricerca ragionando profondamente sul linguaggio e sul rapporto dialettico tra il performer e la sua creazione.
Alessio Calciolari
CREDITI
VEDI ALLA VOCE ALMA drammaturgia e interpretazione Lorenzo Piccolo regia Alessio Calciolari aiuto regia Ulisse Romanò tutor Daria Deflorian disegno e realizzazione luci Andrea Violato elementi di scena e costume Rosa Mariotti
produzione Aparte – Ali per l’Arte co-produzione Danae Festival con il sostegno di Fondazione Cariplo nell’ambito del progetto fUnder 35 spettacolo selezionato da NEXT si ringrazia IT Festival, progetto Open It
RASSEGNA STAMPA
Spettacolo originale, provocatorio, di alto livello. ★★★★ Eddie Harrison, The List
Alma, A Human Voice è diverso da qualsiasi cosa abbia mai visto. Le Nina’s Drag Queens sono da tenere d’occhio. ★★★★ Greta April, Arthur’s Seat
Una disamina turbolenta e sconcertante sull’amore, sulla perdita, e sulla rapidità con la quale possiamo precipitare nel più totale disorientamento. ★★★ Kirstyn Smith, Marbles Mag
Lorenzo Piccolo offre immagini eloquenti di una figura maschile che si allontana completamente dalla mascolinità stereotipata. (…) Alma è visivamente vivido e ricco di un profondo senso di liberazione dai lacci di una mascolinità che preferisce non provare nulla piuttosto che rischiare il dolore dell’eroina di Cocteau, e che crede che una donna che vive e respira possa in qualche modo essere sostituita da una bambola. ★★★ Joyce McMillan, The Scotsman
Sono felice di ciò che vedo: un’esplorazione intelligente e ben realizzata dei topos della “donna vittima d’amore” e della “donna musa”. Dorothy Max Prior, Total Theatre
Lorenzo crea momenti di sospensione statuaria che tolgono il respiro. (…) Un fantastico pezzo di teatro. Brian Butler, Gscene
Immagini visive e sonore commoventi. (…) Tenero e sensibile. Caitlin A Kearney, The Skinny
Uno spettacolo in cui l’ironia compete con l’estetica. Tom Wicker, Fest
(Le precedenti recensioni si riferiscono alla partecipazione al Fringe Festival di Edimburgo 2018con la versione inglese, dello spettacolo, Alma, a Human Voice)
Sorpresa! Le Nina’s Drag Queens ci hanno abituato a eccessi di ogni genere, costumi vistosissimi, trucchi esasperati, tacchi vertiginosi e invece in questo monologo tutto è misurato, composto, ironico, deliziosamente ammiccante. Lorenzo Piccolo, senza trucco, con la sua faccia da bravo ragazzo della porta accanto, racconta le due tragicissime storie con incantevole umorismo, usando con grazia pochi strumenti da drag queen, con una leggerezza, una vivacità, una scioltezza ammirevoli. Poco più di un’ora di autentico godimento. Fausto Malcovati, Hystrio
Le Nina’s Drag Queens mettono in scena un personaggio che incarna la quintessenza della solitudine femminile. Arianna Bianchi, Blog IT
Non mancano bravura interpretativa, adattamento drammaturgico, felici tradimenti del testo, indovinate scorribande poetiche intorno all’opera con playback esilaranti e tecnicamente perfetti. (…) Vien voglia di vedere almeno un’altra ora e mezzo di spettacolo. Martina Parenti, Lo Sguardo di Arlecchino
Il pregio di Vedi alla voce Alma sta proprio nel lavoro sulla maschera teatrale e nella capacità trasformista di Lorenzo Piccolo che con molta disinvoltura entra-si trasforma-ed-esce dai vari “personaggi” superando, pur contenendola, la questione di genere. Valentina Sorte, PAC
Il pubblico ride e si lascia trasportare da una metodologia di lavoro e di interpretazione che è diventato un vero e proprio stile delle Nina’s, fatto di silenzi, – vedi la rituale preparazione della scena iniziale – e di ammiccamenti concepiti come controparti, – vedi i travestimenti – il tutto con perfetta professionalità e con tanta purezza scenica. Andrea Bisicchia, Lo Spettacoliere
Uno spettacolo che può forse essere considerato una vera e propria interrogazione all’occhio dello spettatore: (…) Vedi alla voce Alma si pone come invito ad accorgersi di come incontriamo il mondo mediante il parziale e privilegiato osservatorio costituito dalle sue (rap)presentazioni sceniche. Chapeau. Michele Pascarella, Gagarin Magazine
Non è passato inosservato il nostro "Vedi alla voce Alma" al recente Kilowatt Festival, vi segnaliamo la recensione di Michele Pascarella sulla rivista Gagarin, che si conclude con queste parole: Ciò che conta, a nostro avviso, è la capriola che questo prezioso spettacolo suggerisce al nostro guardare: qualcosa di cui tutti abbiamo grande bisogno. Chapeau.
A questo link trovate la versione integrale: https://www.gagarin-magazine.it/2017/08/visto-da-noi/terzo-paesaggio-del-teatro-le-ninas-drag-queens-kilowatt-festival/
Il Teatro Ringhiera ai primi di ottobre chiuderà i battenti. Avremmo voluto festeggiare qui, a dicembre, il nostro decennale: quello del teatro e quello della nostra compagnia. Le Nina’s Drag Queens nascono proprio qui, dieci anni fa, in occasione del festival di apertura che Atir dedicò alla città di Milano, e oggi non possiamo non notare la crudele ironia della sorte che vede Milano perdere, dalla lista dei suoi teatri, proprio questo. Abbiamo deciso dunque di rispondere a questa chiusura con un’apertura straordinaria, non sarà il nostro compleanno ma una festa di addio. L'antidoto al male di vivere che meglio conosciamo, ovvero l'arte di trasformare una lacrima in un sorriso, ci aiuta a guardare oltre questa perdita.
Dieci anni sono tanti e non si riassumono facilmente. Dieci anni fa i soci dell'Atir hanno iniziato a trasformare questo spazio da terra di nessuno a terra di tutti e il disagio ha lasciato posto all'incontro creando una comunità, lo hanno fatto passo dopo passo, affrontando difficoltà che avrebbero fatto scappare chiunque. Questo teatro è diventato la casa di molte persone e di molti artisti, dieci anni di attività e i risultati innegabili ottenuti dimostrano come la cultura abbia un potere rigenerante straordinario che nessun altro investimento pubblico possiede: porta vita e socialità là dove c'è sofferenza e paura. Quanto vale tutto questo? Molto, diciamo noi, moltissimo, un vero patrimonio, pubblico, nostro, vostro, di tutti. La fatiscenza dell'edificio rende necessaria una ristrutturazione che nessuno vuole ostacolare, ad oggi ancora non esiste un piano di recupero, un progetto condiviso, tempi certi, destinazioni sicure, alternative temporanee per questo quartiere e i suoi cittadini che ne hanno estremamente bisogno. Perché? Lo chiediamo ai politici, che tante volte hanno apprezzato questo luogo. Non vogliamo credere che “cultura” rimanga una parola da esibire solo in campagna elettorale e "socialità” un lustrino da talk show, abbiamo fiducia in voi. Crediamo che le periferie non si migliorino soltanto quando si tocca il fondo. Qui è stato fatto molto per sconfiggere il degrado e dal fondo ci siamo sollevati, perché lasciare cadere tutto un'altra volta? Noi resisteremo, certo, ma qui a breve qualcosa potrebbe morire, ed è di tutti. Noi oggi abbiamo un diavolo per capello e non c’è lacca che tenga. Noi adesso andiamo, e dove non si sa, ma tu, caro amministratore, che invece resti nel tuo ufficio, non lasciarti indurire il cuore dalle leggi e dai bilanci, dacci un segno d'amore. Noi non capiamo cosa voglia dire "l'errore è stato fatto dieci anni fa, questo luogo non andava riaperto”: nonostante la miopia di chi decise di fare un bando su questo teatro senza ristrutturarlo, questi dieci anni trascorsi qui sono un valore prezioso. Non vogliamo credere che le migliaia di persone che abitano attorno a questa piana orizzontale valgano meno di quelle che abitano i boschi verticali di questa città. Noi vi esortiamo a splendere, a farci sognare, facciamo il tifo per voi e ci aspettiamo un coup de theatre da applausi, in questa vicenda.
Caro Sindaco, sapessi come è strano sentirsi innamorati a Milano eppure in questo posto impossibile a noi è successo. Sindaco, almeno tu nell'universo, facci fare ancora l'amore da piazzale Abbiategrasso in giù, non vogliamo mica la luna, solo una data di riapertura.
Le Nina's Drag Queens ora escono da qui a testa alta, belle cotonate e dicono “grazie!”.
Grazie Atir, grazie fratelli e sorelle che con la vostra determinazione e il vostro cuore gettato oltre l'ostacolo avete scritto una pagina bellissima di questa città, grazie spettatori che fin dal primo giorno avete incoraggiato i nostri timidi passi tacco 12 lasciandoci capire che avevate bisogno di noi come noi abbiamo bisogno di voi, grazie allievi e allieve dei nostri laboratori, i vostri occhi felici e colanti di mascara sono medicina per i nostri cuori feriti.
Grazie Fabio Chiesa, sorella Domitilla, questa piazza è tua e noi staremo qua a pretendere che ti venga reso il giusto tributo consacrando alla tua arte, al tuo amore per la gente e alla tua imperitura memoria questo luogo di vita.
Il Teatro Ringhiera ai milanesi, lunga vita alle Regine!
Nina’s Drag Queens
Milano, 30 giugno 2017
I NOSTRI APPUNTAMENTI
#spettacoli "DRAGPENNYOPERA" - 5 E 6 LUGLIO, ORE 20.30
Una storia di amore, morte, sesso e soldi. Sullo sfondo, una metropoli mostruosa e corrotta. Lo stile eccentrico delle Nina's Drag Queens si tinge di nero, sotto il segno di un umorismo amaro e politicamente scorretto.
DRAGPENNYOPERA è comicità grottesca e ironia dissacrante, opera pop, cabaret feroce e scintillante
Per maggiori info: http://bit.ly/2spt35H
#eventispeciali 5 LUGLIO DALLE 19 - APERITIVO PIUMATO 6 LUGLIO DALLE 23 - DJ SET SPACCATACCHI
ACQUISTI ONLINE - http://bit.ly/2tsj4Lk
PREZZI
intero: € 18/ ridotto convenzioni: € 15/ ridotto under 26: € 12
ridotto over 65, speciale promo giovani mercoledì e giovedì: € 8,50
NOVITA'
> stampa@casa e salta la fila!
Da quest’anno puoi entrare direttamente in sala senza nemmeno passare dalla biglietteria, solo mostrando il codice ricevuto sul tuo smartphone o la stampa della mail di conferma.
> nessuna maggiorazione di prevendita sul biglietto
BIGLIETTERIA
Aperta dal mercoledì al venerdì dalle 15.30 alle 19.30, negli altri giorni di spettacolo 1h30 prima dell’orario di inizio.
tel. 02.84892195 – prenotazioni@atirteatroringhiera.it
DOVE ATIR TEATRO RINGHIERA
Piazza Fabio Chiesa / Via Pietro Boifava 17
20142 Milano – tel. 02.87390039
info@atirteatroringhiera.it
www.atirteatroringhiera.it COME RAGGIUNGERCI
MM2 Abbiategrasso / tram 3, 15 / bus 79
Facilità di parcheggio vicino al teatro
Siamo nell’anno 2222. Da secoli, ormai, le radio non esistono più.
In un futuro super digitalizzato la comunicazione ha trovato altri canali e la dittatura dell’immagine ha ridotto al silenzio le frequenze un tempo usate dalle radio.
Un gruppo di irriducibili deejay drag queen, però, sfida i tempi e la terribile minaccia di una orwelliana “polizia anti-radio”, dedicandosi a captare e ritrasmettere tracce sonore del passato che ancora navigano, perse, nell’etere. Ma come non farsi scoprire? Non resta che travestire la trasmissione clandestina da spettacolo teatrale!
A qualche anno dal loro debutto, Desirée, Demetra, Donata e Dora tornano a Milano con la più romantica delle sfide Nina’s, avvolte da un’atmosfera in bianco e nero. Saranno voce e corpo delle divine del passato: sapienti narratrici di mondi perduti e interpreti di capolavori dimenticati, in un susseguirsi di colpi di scena e colpi di sole, battiti del cuore e battiti di ciglia.
NINA'S RADIO NIGHT
Uno spettacolo Nina's Drag Queens
con Alessio Calciolari, Gianluca Di Lauro, Lorenzo Piccolo, Ulisse Romanò
luci e suono Pietro Paroletti
costumi Federica Ponissi e Giada Masi
assistente alla regia Marta Erica Arosio
supervisione artistica Francesco Micheli